Nel nostro Paese il piano educativo e formativo nazionale ha subito negli ultimi anni numerose e spesso doverose e complesse trasformazioni determinate dall’esigenza di confrontarsi con tutta una serie di richieste formative sempre più ampie ed eterogenee, specchio delle trasformazioni in corso nella complessa realtà sociale italiana.
La società oggi è alquanto più complessa e quindi si ha la necessità di approcciarsi al mondo dell’educazione con responsabilità in quanto gioca, per il sistema Nazione, un ruolo cruciale.
Chiunque operi nel sistema educativo, ad ogni livello, ha una forte responsabilità non solo nei confronti della società in cui vive, soprattutto per le generazioni future.
Non si esagera nell’affermare che la formazione è forse il settore in cui maggiormente è necessario investire se si vuole restare competitivi in un mondo in cui le distanze si sono drasticamente accorciate, la comunicazione è rapida e immediata e la società vive in un contesto globale.
Chi pianifica scelte politiche, sulla base di un mandato popolare piuttosto che un altro, non può avere una visione divergente agli interessi della Nazione. La didattica, la formazione, la Scuola deve essere al centro di ogni visione strategica per il Paese.
Senza un’attenta e misurata pianificazione strategica l’intero sistema rischia di crollare in quanto il futuro, in un modo o nell’altro, passerà attraverso “i banchi di scuola” ed è appunto dalla qualità della nostra scuola che dipenderà la qualità del nostro futuro come paese.
Diversi e variegati infatti sono gli utenti delle istituzioni formative, con esigenze e capacità assai diversificate e per tali motivazioni si chiede una capacità di trasformare non solo i contenuti ma gli strumenti e le modalità degli interventi educativi, a questa grande richiesta di flessibilità si riesce a rispondere solo in presenza di un corpo docente attento alle esigenze formative, conscio dei processi di apprendimento e di crescita che sappia operare in un contesto in trasformazione continua rispondendo con una formazione continua ed attiva.
Le novità della scuola non sono solo di natura didattica e pedagogica, ma riguardano anche l’organizzazione e la gestione della scuola orientata alla promozione dell’educazione attraverso l’istruzione, pertanto si inserisce il concetto di successo formativo, da coniugare con l’esigenza di miglioramento continuo dell’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.
Ecco che quindi al docente si chiede di possedere una duplice funzione, oltre ad una solida formazione scientifica, culturale in senso generale e specificamente in merito alla materia oggetto dell’insegnamento, c’è la necessità di una formazione preliminare in merito all’insegnamento ed alla didattica in generale.
I nuovi paradigmi sull’insegnamento prevedono infatti un importante cambio di direzione: il docente non devo solo sapere, ma deve essere abile nel saper insegnare.
Insegnare, dal punto di vista etimologico, deriva da insignare cioè lasciare il segno, quindi se insegnare viene fatto in un maniera errata i segni lasciati nella società avranno delle ripercussioni negative nel futuro.
Occorre quindi oggi più che mai formare per formare. Non si può basare un sistema educativo, come spesso è accaduto in passato, sul fatto che gli aspiranti insegnanti siano in possesso dei solo requisiti relativi alla loro disciplina di insegnamento, coloro che insegneranno non devono solo sapere, ma deve saper trasmettere.